Verde antico

COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI”

VERDE ANTICO

Collocazione: 6A-c1, 6B-a1, b1
Campioni No.: 280, 284, 286, 363, 419

Tipo di roccia: Sedimentaria

Località di estrazione: Larissa, Tessaglia, Grecia

Descrizione geologica: Breccia oficalcitica del tardo Cretaceo, con frammenti di serpentinite scura, scisto e marmo bianco in una matrice verde di serpentinite e calcite.

Altri nomi: marmor Atracium, marmor Thessalicum

Questa pietra fu estratta dai romani per uso locale probabilmente a partire dal I secolo d.C. sul Monte Mopsio, nei dintorni dell’antica città di Atrax in Tessaglia. Tuttavia, è solo dal II secolo d.C. che lo sfruttamento delle numerose cave raggiunse il pieno sviluppo, quando il materiale diventò molto popolare a Roma e a Costantinopoli e le cave furono incorporate nel patrimonio imperiale. Il suo utilizzo era soprattutto per la costruzione di colonne e rivestimenti parietali, più raramente per opere plastiche e urne. La testimonianza più spettacolare dell’uso di verde antico sono le 48 colonne alte 17 metri della cattedrale S. Sofia di Costantinopoli, fatta costruire da Giustiniano nel 537 d.C. e in seguito divenuta la moschea Hagia Sophia a Istanbul. Le cave di questo materiale furono sfruttate per tutta l’epoca bizantina, ma se ne persero le tracce con la caduta di Costantinopoli. Solo alla fine del 1800 esploratori inglesi ritrovarono alcune cave di questa pietra a nord di Larissa e riavviarono l’estrazione che è continuata fino al 1985. Il verde antico è stato esportato in tutto il mondo per costruire colonne, rivestimenti ed elementi architettonici. A Roma l’abbondantissimo materiale estratto dagli antichi romani è stato riutilizzato nelle epoche successive e si trova in tutte le principali basiliche, in moltissime chiese barocche, nei palazzi vaticani e a Villa Albani.

Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 565, 566, 962, Borghini (1989) pp. 292-293, Lazzarini (2004) p. 95, Price (2007) pp. 186-187, Pullen (2015) pp. 157-158