Portoro

COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI”

PORTORO

Collocazione: 6B-a1, b1
Campioni No.: 356, 446, 447

Tipo di roccia: Metamorfica

Località di estrazione: Provincia di La Spezia, Liguria, Italia

Descrizione geologica: Marmo calcitico a grana fine del Triassico colorato di nero da materia organica finemente disseminata. Fratture, vene e stiloliti contengono calcite gialla, marrone o bianca

Altri nomi: giallo e nero di Porto Venere, misto giallo e nero, giada di Portovenere, portargento
Il portoro emerge in uno strato di qualche metro nelle isole di Palmaria e Tino, a Portovenere e in poche altre località nel Golfo di La Spezia. Gli antichi etruschi furono i primi ad estrarre questa pietra per farne degli oggetti e in seguito i romani la utilizzarono per costruzioni locali. Resti di rivestimenti con questo marmo si trovano anche nell’antica città di Luni. Lo sfruttamento intensivo iniziò nel XVI secolo, quando questo marmo fu molto apprezzato dai Medici di Firenze e in seguito dai costruttori del barocco italiano. Il portoro ebbe grande successo anche in Francia e Inghilterra nei secoli XVIII e XIX e nel periodo dell’art noveau del XX secolo per caminetti, piani di tavoli e intarsi in altri mobili. La chiesa della Madeleine a Parigi, completata nel 1842, è uno splendido esempio dell’uso di questo marmo per edifici moderni. A Roma si trovano colonne, urne, rivestimenti e mattonelle di questo marmo nelle chiese di S. Agostino, S. Andrea della Valle, S. Maria del Popolo, Trinità dei Pellegrini e S. Prudenziana. Alcune cave di portoro sono ancora attive e producono marmo esportato in tutto il mondo. Il materiale con le venature di calcite bianca è spesso chiamato portargento.
Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 133, 134, 135, Price (2007) p. 86, Pullen (2015) p. 100