Marmo proconnesio

COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI”

MARMO PROCONNESIO

Collocazione: 6A-c1, 6B-b1
Campioni No.: 248, 408

Tipo di roccia: Metamorfica

Località di estrazione: Isola di Marmara, Balikesir, Turchia

Descrizione geologica: Marmo calcitico bianco a grana da media a grossolana di origine paleozoica. Il colore tende al grigio bluastro, spesso con liste più scure parallele.

Altri nomi: marmor Proconnesium, marmor Cyzicum,  marmo cipolla
Il proconnesio è uno dei marmi bianchi più famosi dell’antichità. L’isola di Marmara, anticamente nota come Prokonnesos, si trova al centro del Mar di Marmara su una rotta di transito per gli scambi commerciali tra Grecia, Turchia e Mar Nero. Questa posizione ha fatto sì che il materiale estratto in vari punti dell’isola potesse essere trasportato e commercializzato con grande facilità fin dal IV sec. a.C., quando fu usato per il palazzo di Mausolo, re di Alicarnasso. Il marmo era utilizzato dagli antichi greci dapprima per statue e in seguito per colonne ed altri elementi architettonici. L’estrazione proseguì ininterrotta sotto il dominio romano e probabilmente dal I sec. a.C. le cave divennero di proprietà imperiale. Il materiale era distribuito in gran parte dell’impero e utilizzato per realizzare colonne, trabeazioni, lastre di rivestimento e, nel II e III sec. d.C, soprattutto sarcofagi. Questi venivano solo sbozzati sul luogo di estrazione e poi scolpiti e rifiniti da artigiani in officine specializzate nella lavorazione di questo marmo. Nell’editto di Diocleziano del 301 d.C. il prezzo per piede cubico era di solo 40 denari. Anche per questo l’uso di questo marmo è andato sempre crescendo in epoca romana, per culminare con la costruzione della nuova Bisanzio da parte di Costantino (330 d.C.). Le cave continuarono l’attività anche in epoca bizantina e ottomana, fornendo materiale per costruzioni in Turchia e Nord-Africa. L’estrazione è continuata ininterrotta nei secoli successivi e nel XIX secolo il marmo era comunemente usato per pavimentazioni, rivestimenti e lapidi a Istanbul. Gli scalpellini romani che riutilizzarono il materiale nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano lo chiamarono marmo cipolla per il forte odore bituminoso che emana quando viene spezzato, dovuto alla presenza di acido solfidrico nel reticolo cristallino. Questa caratteristica e l’aspetto generale sono in comune con il marmo imetto, con cui può essere confuso. Il marmo è estratto ancora oggi e commercializzato come Marmara bianco o grigio.

NOTA: Il nome attribuito a questo campione è solo probabile. L’identificazione certa di molti marmi bianchi può infatti avvenire solo tramite studi di laboratorio sugli isotopi.

Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 4, Borghini (1989) p. 252, Pullen (2015) p. 91