COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI” MARMO PORINO |
Collocazione: 6A-c1 | |
Campioni No.: 241, 242 | |
Tipo di roccia: Metamorfica |
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Località di estrazione: Dintorni di Olimpia, Grecia |
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Descrizione geologica: Marmo dolomitico bianco a grana da fine a media, cristalli brillanti e tessitura compatta. Talvolta è macchiato di arancione. |
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Altri nomi: marmor Porinum, grechetto duro |
Il marmo porino è uno dei marmi bianchi estratti nel Peloponneso fin dall’antichità e utilizzato insieme agli altri per la costruzione di templi e monumenti della Grecia classica. L’esatta posizione delle sue cave non è specificata in letteratura e non è stata ritrovata, ma si ritiene fosse nei pressi della città di Olimpia. Era ritenuto meno pregiato del marmo pario, pur avendo caratteristiche simili e una maggior leggerezza. I testi antichi riportano la notizia del suo uso per la costruzione del tempio di Giove Olimpico nel V. sec. a.C. e del tempio di Apollo al Delfi nel IV sec. a.C., nonché di diverse statue e sculture, come il Torso del Belvedere conservato ai Musei Vaticani. Non si hanno notizie sullo sfruttamento delle cave in età romana, ma del materiale arrivò sicuramente a Roma durante il periodo imperiale, come testimonia l’antico globo celeste del III sec. d.C. appartenuto in seguito alla famiglia Rondinini. Gli scalpellini romani durante il periodo barocco riutilizzarono il marmo degli edifici in rovina e chiamarono questo marmo grechetto duro, distinguendolo per i cristalli più piccoli dal marmo pario indicato come greco duro. Lo si trova nelle chiese di S. Maria in Cosmedin, S. Nereo, S. Salvatore in Lauro e nei Palazzi vaticani. La particolare composizione di questo marmo lo rende poco reattivo al contatto con l’acido nitrico, non sviluppando alcuna effervescenza.
NOTA: Il nome attribuito a questo campione è solo probabile. L’identificazione certa di molti marmi bianchi può infatti avvenire solo tramite studi di laboratorio sugli isotopi. |
Riferimenti: Pullen (2015) p. 88 |