Granito bigio

COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI”

GRANITO BIGIO

Collocazione: 6B-a1
Campioni No.: 303, 316, 320

Tipo di roccia: Magmatica

Località di estrazione: Fréjus e Boulouris, Estrel, Francia

Descrizione geologica: Andesite porfiritica del Permiano, con matrice microcristallina grigio-azzurra e fenocristalli di feldspato bianco, orneblenda da verde a nera e clorite verde.

Altri nomi: granito a morviglione, porfido bigio, porfido bigio-verde, granito blu dell’Estérel, Estérellite
Questo porfido estratto presso l’antica colonia romana di Forum Julii fu molto usato nell’antichità nel Sud della Francia e introdotto a Roma sotto il regno di Settimio Severo (193-211 d.C.) per la costruzione di colonne e pilastri, come quelli visibili alle Terme di Caracalla e a Ostia Antica. Nelle epoche successive il materiale romano fu rilavorato e denominato dagli scalpellini romani granito a morviglione, poiché l’aspetto chiazzato ricordava l’eruzione del vaiolo sulla pelle. Una varietà di questa pietra con cristalli molto piccoli fu chiamata granito bigio pediculare (no. 303) per i piccoli segni scuri che sembravano pidocchi e ritenuta erroneamente di provenienza egiziana. Colonne in granito bigio di riuso si trovano a Roma in San Pietro, ai Musei Vaticani, a Palazzo Giustiniani e al Museo delle Terme.
Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 816, Borghini (1989) pp. 219, 270, 271, Lazzarini (2006) p. 98, Price (2007) pp. 210-211, Pullen (2015) p. 161