COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI” GRANITO BIANCO E NERO |
Collocazione: 6B-a1 | |
Campioni No.: 298 | |
Tipo di roccia: Magmatica |
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Località di estrazione: Wadi Barud, deserto orientale, Egitto |
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Descrizione geologica: Diorite quarzitica del Precambriano, con grandi cristalli neri di orneblenda in una massa di plagioclasio bianco e quarzo in quantità minore. |
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Altri nomi: marmor Tiberianum, granito bianco e nero di Santa Prassede, granito bianco e nero del Cairo |
La diorite di Wadi Barud fu usata dagli antichi egizi in piccole quantità nel periodo predinastico (3900-3060 a.C.) per dei vasi e altri piccoli oggetti, ma in seguito non se ne ha più traccia fino al I sec. d.C., quando i romani aprirono ufficialmente le cave. Probabilmente l’estrazione di questa pietra precede quella del vicino Mons Claudianus, da cui si estraeva il granito del Foro. Un piccolo forte nella zona chiamato Tiberiano, fa pensare che questa sia la pietra chiamata da Plinio marmor Tiberianum. Era estratta in piccoli blocchi e utilizzata per colonne piccole e medie, lastre pavimentali, vasi, vasche ed altri elementi decorativi. La sua presenza nei pavimenti dei palazzi imperiali del Palatino e di Villa Adriana a Tivoli fa ritenere che questo granito fosse molto apprezzato all’epoca. Le cave furono sfruttate dai romani fino al III sec. d.C. e in periodo medievale anche dagli arabi, che estrassero una varietà della pietra con cristalli neri più piccoli e la utilizzarono per la costruzione di diversi edifici del Cairo. Gli scalpellini romani riciclarono il materiale delle costruzioni imperiali per decorare gli altari e i cibori delle chiese cristiane. Begli esempi di colonnine di granito bianco e nero si trovano a S. Saba e S. Prassede a Roma e a S. Marco a Venezia. |
Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 844, Borghini (1989) p. 217, Lazzarini (2004) p. 81, Price (2008) p. 230, Pullen (2015) p. 168 |