COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI” FIOR DI PESCO |
Collocazione: 6A-c1 | |
Campioni No.: 207, 208, 210, 211 | |
Tipo di roccia: Metamorfica |
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Località di estrazione: Eretria, Isola di Eubea, Grecia |
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Descrizione geologica: Marmo impuro o breccia marmorea a grana fine di bassissimo grado metamorfico, derivato da calcare del Carbonifero frantumato e ritorto. Il colore rosato o rosso-violaceo è dovuto ad ematite variamente dispersa e talora manganesifera. |
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Altri nomi: marmor Chalcidicum, marmor Molossium, fior di persico, rosso di Eretria | |
Probabilmente le prime estrazioni di questo marmo avvennero già nella Grecia antica, ma lo sfruttamento estensivo delle cave presso la città di Chalcis nell’isola di Eubea avvenne dal I sec. a.C da parte dei romani, che lo utilizzarono soprattutto per colonne e lastre di rivestimento. Le più cospicue testimonianze del suo uso in epoca romana si sono trovate al Leptis Magna in Nord-Africa e negli scavi di Ercolano. Fino all’età bizantina la pietra era ancora estratta, ma nelle epoche successive si riutilizzò intensamente il marmo spogliato dalle rovine romane, materiale molto ricercato nei secoli XVII e XVIII per decorare chiese e palazzi barocchi. Il nome fior di pesco fu dato alla pietra dai marmorari romani in quel periodo, per il colore rosato e per l’aspetto spesso striato di bianco somigliante ai petali di un fiore. Begli esempi di questo marmo si trovano a Roma nella Cappella Corsini di S. Giovanni in Laterano, nelle chiese di S. Antonio dei Portoghesi, SS. Giovanni e Paolo, S. Martino, del Suffragio, S. Carlo ai Catinari, S. Eustachio, S. Prassede, S. Pietro in Vincoli, a Villa Albani, Palazzo Rospigliosi, ai Musei Capitolini e delle Terme. Le cave sono state riattivate in tempi recenti e producono una pietra di colore rosso scuro, commercializzata come rosso Eretria. | |
Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 118-122, 205, Borghini (1989) p. 212, Lazzarini (2006) p. 94, Price (2007) p. 128, Lazzarini (2012) pp. 79-80, Pullen (2015) pp. 105, 106 |