Breccia verde d’Egitto

COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI”

BRECCIA VERDE D’EGITTO

Collocazione: 6B-a1
Campioni No.: 372

Tipo di roccia: Metamorfica

Località di estrazione: Wadi Hammamat, deserto orientale, Egitto

Descrizione geologica: Conglomerato leggermente metamorfosato composto da clasti poligenici di origine prevalentemente magmatica. Il cemento siliceo è verde per la presenza di epidoto e clorite.

Altri nomi: lapis hexecontalithos, lapis hecatontalithos, breccia universale, centopietre
La pietra fu usata in Egitto già in età protodinastica per vasi e bacini e poi sporadicamente per sarcofagi e altri oggetti dall’epoca del faraone Ramses II (1290-1224 a.C.) al periodo saitico (672-525 a.C.). Il suo sfruttamento intensivo avvenne nei primi tre secoli d.C. ad opera dei romani, che la utilizzarono soprattutto per la costruzione di colonne e lastre pavimentali. In epoca bizantina, la pietra era ancora estratta e nota come lapis hecatontalithos. Il materiale degli edifici romani è stato riutilizzato in epoche successive per la costruzione e l’abbellimento di palazzi e chiese sia a Roma che altrove. Esempi del riutilizzo della breccia verde d’Egitto si trovano nelle moschee di Costantinopoli e del Cairo e in San  Vitale a Ravenna. A Roma è presente nei palazzi dei Musei Capitolini e del Museo di Villa Torlonia, nelle chiese del Gesù, S. Andrea delle Fratte, S. Paolo, S. Pietro in Vincoli, SS. Apostoli, a Villa Albani e a Palazzo dei Conservatori. La pietra è ancora oggi disponibile sul mercato come breccia Fawakhir.
Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 679, Borghini (1989) p. 195, Lazzarini (2004) p. 79, Price (2007) p. 194, Lazzarini (2012) p. 77, Pullen (2015) pp. 124-125