Bigio antico

COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI”

BIGIO ANTICO

Collocazione: 6A-c1, 6B-b1
Campioni No.: 192, 194, 196, 197, 198, 201, 204, 409, 410, 435

Tipo di roccia: Metamorfica

Località di estrazione: Varie

Descrizione geologica: Marmo calcitico a grana da media a grossa, con colore grigio o grigio-bluastro dovuto a grafite dispersa. Talvolta sono presenti fossili.

Altri nomi: marmor Batthium
Il nome bigio antico fu associato dai marmorari romani del Rinascimento ad un’ampia varietà di marmi grigi facilmente reperibili tra le rovine degli edifici imperiali. I molti aggettivi associati a questo materiale (macchiato, lumacato, brecciato, dorato, ecc.) dipendono da caratteristiche specifiche di ogni singola lastra o colonna e sono dovuti alla presenza di fossili, venature o colori particolari. La provenienza del materiale è molto varia, con antiche cave di marmo grigio localizzate nelle isole greche (ben noto nelle fonti storiche il sito di estrazione di Moria nell’isola di Lesbo), in Turchia (a Teos, Izmir e Aphrodisias) e in Francia (St. Béat). Il marmo grigio fu utilizzato in grande quantità nelle città dell’impero romano dal I al III sec. d.C. per la costruzione di colonne e lastre di rivestimento soprattutto nell’edilizia privata, dato il suo basso costo. Il riutilizzo del materiale fu amplissimo. Ad esempio, a Roma sono in bigio antico le vasche delle fontane di Piazza del Pantheon e di Piazza della Rotonda, i drappeggi delle enormi acquasantiere di San Pietro, dodici colonne della basilica di San Paolo Fuori le Mura, oltre a colonne, plinti, lastre e pavimenti presenti in decine di altre chiese e palazzi.
Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 142-148, Borghini (1989) pp. 158-159, Price (2007) p. 75, Pullen (2015) pp. 93-95